Approccio Lean: Metodologia di Management per Startup
Le recenti analisi di mercato riportano un alto tasso di fallimento di startup o neo imprese innovative. Eppure, molte di loro sembrano avere tra le mani l’innovazione del secolo e tuttavia non esenti dall’alto rischio di fallimento. Questo perchè? Una delle principali raggioni attribuite a questa casistica riguarda l’alto spreco di risorse nella fase iniziale del ciclo di vita. In questo articolo trattereno della metodolgia Lean Startup di Eric Ries attraverso la pone come obiettivo principale la realizzazione di un prodotto o servizio richiesto dell’utente e che soddisfi i suoi bisogni. Vediamo come.
Metodo Lean Startup: Cos’è e Significato
Il significato del termine Lean Startup deriva dalla visione di Eric Ries sull’applicazione di metodologie agili, che consentono di attuare cambiamenti sul processo produttivo riducendo al minimo ogni tipo di spesa superflua, senza dover sostenere costi eccessivi per i cambiamenti, per ottimizzare il processo produttivo. In sostanza secondo l’autore del libro “The Lean Startup” e ideatore della metodologia Lean Startup, la vera innovazione consiste nel sopperire ad un reale bisogno dell’utente e tutto ciò che non contribuisce alla loro soddisfazione può essere ritenuto superfluo e da eliminare.
Eric Ries: Ideatore della Metodologia Lean Startup
Il metodo Lean Startup nasce dall’intuizione e dall’esperienza di Eric Ries, autore del libro “The Lean Startup” che – dopo aver provato diversi fallimenti sulla sua pelle – ha messo a punto una metodologia di management che lo ha condotto verso il successo, sia come imprenditore, che come ideatore di una vera e propria scuola di pensiero che sempre più sta prendendo piede nel mondo delle startup innovative.
“Dopo aver fatto l’imprenditore per oltre dieci anni”, ho imparato che “Il successo di una buona startup non scaturisce da un buon corredo genetico o dal fatto di essersi trovati nel posto giusto al momento giusto. Il successo di una startup può essere creato ad arte seguendo il processo giusto, il che significa che si può imparare, il che a sua volta significa che si può insegnare. L’imprenditoria, infatti, è una forma di management”.
Eris Ries
Metodo Lean e Produzione snella
Al Metodo Lean viene spesso associato il termine “produzione snella”, non solo a causa del suo utilizzo come sinonimo della metodologia, ma anche come consacrazione del definitivo passaggio dalla produzione di massa, ideata e sviluppata da Henry Ford, ad una filosofia produttiva che ha come fine ultimo la totale eliminazione degli sprechi.
La produzione snella, protagonista della rivoluzione giapponese di Toyota nel sistema produttivo, permette una graduale diminuzione dello sforzo umano, degli investimenti in strutture, capitale economico, sconte e tempo. Il termine “graduale” è sinonimo di un miglioramento continuo che, secondo il metodo kaizen, porta alla quasi totale eliminazione degli sprechi. Ecco come la produzione snella si associa facilmente ad una produzione “più leggera”, priva di sprechi e sforzi inutili, principio cardine della metodologia lean.
Approccio o Metodologia Lean Startup: Origini
Dopo diversi fallimenti e prima di arrivare alla definizione della metodologia Lean startup, infatti, Eric Ries ha iniziato a gettare lo sguardo al di là delle metodologie e strumenti “classici” fino ad allora (siamo nel 2004) utilizzati per far impresa: questi strumenti – validissimi per idee di impresa consolidate (ad es, bar, ristoranti, ecc) – non potevano funzionare per le startup che, per definizione, creano un nuovo prodotto o servizio in condizioni di estrema incertezza. Le sue esperienze di fallimento, unite all’incessante lavoro di studio e ricerca nei più disparati campi, lo indussero a ritenere che la teoria che maggiormente potesse aiutare nella creazione di una metodologia efficace per le startup innovative, fosse il Lean Manifacturing. Il Lean manufacturing (altrimenti detto “Metodo Toyota”) è un processo nato in Giappone grazie al Toyota Production System. Esso è caratterizzato da un approccio del tutto inedito alla fabbricazione di beni materiali, basato sull’importanza di attingere al sapere e alla creatività dei singoli lavoratori, sul ridimensionamento dei lotti, sulla produzione just-in-time e sul controllo del magazzino.
“Questo approccio ha insegnato al mondo la differenza fra le attività che creano valore e gli sprechi”.
Principi Chiave della Metodologia Lean Startup
Non sempre appare chiara e di facile attuazione l’applicazione della metodologia lean nelle aziende. A supporto abbiamo l’individuazione di 5 principi chiave definiti dagli autori Womack e Jones nel loro celebre libro dal titolo “Lean Thinking”. I principi chiave trattati sono:
- Focalizzarsi sul valore percepito dal cliente (Value). Il principio parte dal presupposto che sarebbe inutile e controproducente ideare e realizzare un prodotto che non ha valore agli occhi del cliente finale. Bisogna quindi focalizzarsi su ciò che viene definito di valore dal punto di vista del cliente per poi eliminare step by step tutte le attività o i servizi considerati superflui;
- Flusso (Flow). Riorganizzare il processo produttivo in modo da non interrompere il flusso di attività da una fase di produzione alla successiva. L’individuazione e la rimozione del tempo e delle materie sprecate;
- Individuare gli sprechi e il flusso di valore per il cliente (Map). Si tratta un principio di enorme importanza, senza la corretta mappatura diventa quasi impossibile raggiungere l’obiettivo finale dell’eliminazione degli sprechi;
- Pull. Far in modo che la produzione dell’impresa e la fornitura delle materie sia guidata dalla richiesta del cliente. Evitare quindi una produzione push.
- Miglioramento continuo (Perfection). Il raggiungimento della più totale eliminazione degli sprechi è il risultato di un processo graduale e continuo, tipico della metodologia kaizen.
Passaggio da Produzione Push a Produzione Pull
Uno degli elementi del metodo lean consiste nel passaggio dalla produzione push in cui l’impresa cerca di anticipare i bisogni del cliente, acquistando materie prime necessarie alla produzione e riempiendo di scorte il magazzino. Questa metodologia permette di avere i prodotti disponibili sempre, ma comporta maggiori costi nell’ottimizzazione e gestione delle risorse. Un ulteriore problema è rappresentato dal pericolo di deterioramento e obsolescenza delle materie prime. Al contrario, il metodo pull consiste in un’organizzazione che parte dalla richiesta del cliente finale. In questo caso le scorte non sono presenti in magazzino prima delle ricezione di un ordine. Così facendo si eliminano i problemi relativi allo spazio disponibile in magazzino e al tempo impiegato per la gestione delle risorse.
Metodo Lean, Lean Thinking e Lean Manufacturing: Quali le Differenze?
Come abbiamo visto nel paragrafo precedente l’approccio lean startup nasce dalla metodologia lean nata all’interno degli stabilimenti Toyota. Concetto ripreso ed elaborato da Eric Ries ed applicato al mondo startup, definendo l’approccio lean startup. È chiaro quindi come quest’ultimo sia frutto di un concetto più ampio e antecedente, il metodo lean, che permetterà la definizione di ulteriori nozioni come: il lean thinking e il lean manufacturing. Entrambi hanno elementi in comune con il metodo lean startup per il semplice motivo che derivano tutti da un’unica ideologia comune, ovvero la metodologia lean. Vediamo ora quali sono gli elementi peculiari del lean thinking e del lean manufacturing. Per quanto concerne la prima metodologia in esame possiamo affermare che derivi dall’opera dei due autori P. Womack e Daniel T. Jones intitolata “La macchina che ha cambiato il mondo”. Il libro in questione racconta della rivoluzione attuata dalle fabbriche Toyota, rivoluzione replicabile in diverse realtà, che ha come unico obiettivo finale la diminuzione degli sprechi e la massimizzazione degli utili. Obiettivo comune al “pensiero snello” che si pone, attraverso dei cambiamenti nelle azioni svolte in azienda, l’eliminazione di tutti i surplus intesi come qualsiasi cosa non realmente utile alla produzione. Questo nuovo concetto potrebbe risultare estraneo a chi è ancorato alla classica concezione dell’impresa standard, convinto del fatto che per applicare miglioramenti aziendali sono necessarie grandi rivoluzioni dagli ingenti investimenti in infrastrutture e ammodernamenti. Secondo la metodologia lean e lean thinking non c’è nulla di più sbagliato. Infatti, sarebbe sufficiente riuscire a ridurre al minimo le attese, gli spostamenti, i movimenti e le scorte per raggiungere un maggior livello di efficienza. Qui entrano in gioco le principali tecniche di lean manufacturing che applicano i concetti del “pensiero snello” e della metodologia lean nella catena di produzione delle aziende. Se con il lean thinking si intende adottare un nuovo approccio, proiettato all’eliminazione degli sprechi caro al metodo lean, con il lean manufacturing si pone l’accento sull’aspetto più pratico, focalizzandosi sull’importanza di intervenire concretamente sulla produzione per apporre le migliorie in grado di raggiungere gli obiettivi di una riduzione degli sprechi e ottimizzazione delle risorse.
Applicazione del Lean Manufacturing al mondo delle startup
Eric Ries scoprì che, applicando i concetti della produzione leggera al mondo delle imprese, si potevano superare i problemi tipici delle startup, minimizzando gli sprechi di risorse e il rischio di fallimento. Nel corso del tempo anche la metodologia del customer development ha avuto grande influenza della determinazione del metodo lean startup. Infatti, una startup ha la necessità primaria di comprendere quali siano i reali bisogni del cliente da soddisfare con la propria soluzione innovativa. L’obiettivo è quello di ideare una soluzione con al centro il consumatore finale e i suoi reali bisogni. Non a casa, uno dei passaggi chiave del metodo lean startup è il continuo scambio di feedback con i clienti durante il processo di sviluppo del prodotto. Inoltre, al fine di ridurre il più possibile gli sprechi, queste operazioni dovrebbero compiersi nella fase iniziale di sviluppo o addirittura prima che questo venga realizzato.
Metodo Lean Startup: Come Funziona
L’idea di base e che ben riassume la metodologia lean è questa: invece di fare piani di impresa complessi basati su un gran numero di ipotesi (si pensi, ad esempio, che nel Business Plan si richiede di fare previsioni economiche a 5 anni!), il metodo Lean Startup consente di apportare rapide modifiche al prodotto/servizio o alla strategia di impresa che vogliamo adoperare, procedendo per step verso un obiettivo predefinito. Ciò è possibile grazie ad un ciclo di feedback chiamato Creazione – Misurazione – Apprendimento: attraverso questo processo di guida, si può capire se e quando è il momento di cambiare nettamente direzione imprimendo una svolta alla nostra strategia di impresa (o di sviluppo prodotto/servizio), o se è il caso di perseverare mantenendo la rotta intrapresa.
Il “Minimo Prodotto Fattibile” – MVP
Da questo punto di vista, strumento fondamentale è il Minimo Prodotto Fattibille (Minumum Viable Product): un prototipo preliminare di bassa qualità del proprio prodotto/servizio che intendiamo lanciare sul mercato. Si tratta di un “primordiale” prodotto da validare e testare, che richiede continui feedback ai nostri primi clienti (Early Adopters). Un esempio concreto è l’impresa IMVU, che da quando ha iniziato a sperimentare il metodo Lean Startup, ha iniziato a rilasciare nuove versioni del proprio prodotto di Instant Messaging ogni ora (migliorandolo poco alla volta, ma in maniera costante e rispondente alle esigenze dei propri clienti), testando di volta in volta le nuove funzionalità.
Continuous Deployment
L’obiettivo del Continuous Deployment è aiutare il team dedicato allo sviluppo a eliminare gli sprechi dal loro processo di produzione, riducendo contemporaneamente le dimensioni del batch e aumentando il ritmo del loro lavoro. Questo ha permesso ai responsabili di ottenere una condizione di flusso per periodi prolungati che permette al team di innovare e sperimentare più facilmente e velocemente, arrivando al prototipo di prodotto ideale.
Split Testing
Lo split testing consiste nella somministrazione di un test A/B ai clienti. Vengono quindi rilasciate due versioni differenti dello stesso prodotto per valutare la risposta dell’utente e raccogliere feedback necessari al miglioramento del prodotto.
Actionable Metrics
Le Actionable Metrics sono strumenti utili a condurre con fine di esaminare i dati e attuare decisioni e strategie di business più accurate e comprovate da dati numerici.
Pivot
Infine, il Pivot rappresenta una deviazione dalla iniziale strategia di business adottata e quindi una correzione della struttura e direzione progettata per confermare una nuova ipotesi relativa ad un prodotto o strategia di crescita. A
A Chi si Rivolge il Metodo Lean Startup?
Nonostante l’ideatore della strategia, Eric Ries, sostenga che possa essere applicata su una moltitudine di prodotti o servizi, il metodo Lean Startup è principalmente rivolto alle startup, o neo imprese, che data la loro dimensione ridotta e la bassa disponibilità di risorse finanziarie non possono immettere sul mercato un prodotto o servizio che soddisfi a pieno le esigenze della clientela finale. Lo stesso ideatore della strategia afferma che l’obiettivo primario della strategia è quello di ideare un prodotto o servizio innovativo solo se richiesto dall’utente, al contrario verrebbe considerato da quest’ultimo solo uno spreco di tempo e risorse e pertanto non sarebbe sostenibile e andrebbe abbandonato.
Fasi del Metodo Lean Startup: Come funziona?
Come già affermato, l’obiettivo principale del metodo lean startup consiste nell’offrire ai clienti solo ciò che desiderano e che soddisfa i loro bisogni. Detto ciò, lo stesso Eric Ries attribuisce la cause dei fallimenti delle startup alla loro volontà di non creare un processo che permetta di misurare i progressi, identificare e imparare dagli errore per migliorare il prodotto e renderlo maturo. Operando in questa maniera, le startup sono destinate a fallire a causa dello spreco di risorse limitate a loro disposizione. Infatti, la metodologia lean startup si basa su un procedimento fondato da tre pilastri: lean, build, measure
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Lean
La prima parte del processo consiste nella determinazione di un’idea come risposta ai bisogni dell’utente o derivante da presupposti individuati da un’analisi dell’utente. Pensare a prodotto o servizio realmente necessario al mercato di riferimento.
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Build
Una volta ideato il progetto, il prodotto finale, sarà necessario realizzare e costruire il MVP (Minimum Viable Product). Una versione minimale del prodotto che soddisfi le iniziali esigenze del cliente individuate e immetterlo sul mercato ad una piccola parte degli utenti finali che lo potranno testare.
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Measure
Infine, lo startupper raccoglie le informazioni e i feedback degli utenti per analizzarli e delineare nuove intuizioni, miglioramenti della versione precedente. Questa nuova versione dello stesso prodotto nonostante soddisfi meglio le esigenze riscontrate non sarà ancora la versione definitiva ma verrà nuovamente testata e migliorata fino a creare il prodotto definitivo e maturo per il mercato. L’applicazione della metodologia Lean Startup non si limita alla fase di avvio ma deve essere applicata anche in seguito quando l’MVP è stato realizzato ed occorre migliorarlo nel tempo. Lean – Build – Measure è un processo continuo che servirà a gestire l’intero ciclo di vita del prodotto. Si inizia da un insieme di idee iniziali e ipotesi su cosa si vuole realizzare grazie ai bisogni da soddisfare individuati, in base ad esse si costruisce un primo prodotto come prototipo (MVP), si misura il risultato raggiunto raccogliendo dati, e in base ai dati raccolti e analizzati si formulano nuove idee per implementare e migliorare il prodotto finale.
Vantaggi della Metodologia Lean Startup
Sono numerosi i vantaggi derivanti dall’utilizzo da parte delle neo imprese del metodo lean startup. I vantaggi principali riguardano lo sviluppo dei prodotti o servizi innovativi e la definizione del nuovo modello di business sostenibile. Per quanto concerne lo sviluppo di prodotti innovativi il metodo lean startup:
- Consente di agire a stretto contatto con la clientela finale del prodotto o servizio;
- Tiene conto delle richieste del mercato di riferimento nella definizione della strategia di prodotto;
- Consente di lavorare in un mercato in continua evoluzione con esigenze e bisogni dinamici;
- Permette di operare in un mercato di nicchia e anticipare la potenziale concorrenza;
- Consente l’utilizzo di tecnologie innovative in tempi più brevi;
- Utilizza i feedback degli utenti per implementare e migliorare il prodotto al fine di renderlo maturo per il mercato.
Invece, in riferimento alla definizione di un nuovo modello di business la metodologia lean startup:
- Risulta essere un’ottima alternativa alla definizione di un classico business plan;
- Permette l‘ideazione di un Prodotto Minimo (MVP) per realizzare test di mercato col fine di ridisegnare ed ottimizzare il prodotto;
- Si adatta agilmente ai cambiamenti del modello di business o a settori di mercato che presentano alta incertezza e questo tranquillizza gli investitori e alimenta la fiducia del personale;
- Permette di ridurre al minimo, o eliminare completamente, gli sprechi di risorse finanziarie.
Metodo Lean Startup e Design thinking: Differenze
Secondo una prima analisi il metodo lean startup e il design thinking hanno obiettivi simili per quanto concerne l’adozione di strategie in corso durante il processo di innovazione. Tuttavia, esistono differenze che li contraddistinguono. Se il metodo lean startup parte da un’idea o da alcune valutazioni per poi procedere con la validazione di quest’ultima, con il design thinking si parte dall’osservazione di un problema per poi arrivare all’ideazione di un prodotto o servizio che ne rappresenti la soluzione. Inoltre, secondo la tradizionale strategia del design thinking una volta trovata la soluzione del problema, l’obiettivo è stato raggiunto. Al contrario, il metodo lean startup prevede un ciclo continuo dove lo startupper analizza, testa e impara ogni aspetto del prodotto e servizio, dal prodotto sul mercato fino alle strategie di vendita.
Un esempio concreto di approccio Lean
In India, dato l’elevato costo di una lavatrice, meno del 7% della popolazione ne ha una in casa. La maggior parte delle persone lava i propri vestiti a mano o paga un dhobi perchè lo faccia al suo posto. I dhobi portano i capi in riva al fiume più vicino, li sciacquano nell’acqua del fiume, li sbattono sulle rocce per lavarli e li stendono ad asciugare, un processo che richiede da due a sette giorni. Il risultato? I vestiti vengono restituiti dopo una decina di giorni e probabilmente non sono pulitissimi. Village Laundry Service ha fatto una scommessa, avviando una serie di esperimenti per verificare le proprie ipotesi di business, relative al lavaggio di capi di vestiario. Come primo esperimento, VLS ha installato una lavatrice nella parte posteriore di un furgoncino parcheggiato all’angolo di una strada di Bangalore. L’esperimento – costato meno di 8.000 dollari – aveva il semplice obiettivo di dimostrare che la gente era disposta ad affidare i capi da lavare e a pagare per ritirarli puliti. Il team di VLS ha portato avanti la sperimentazione per una settimana, parcheggiando il furgoncino in diverse strade o vicino ai minimarket, scavando più a fondo per scoprire tutto ciò che poteva sui potenziali clienti: La rapidità del lavaggio contava? I clienti tenevano alla pulizia assoluta dei capi? I clienti erano disposti a pagare il doppio per ritirarli dopo 4 ore piuttosto che dopo 24? I clienti volevano che i capi fossero stirati? Dopo una serie di iterazioni ed esperimenti, volti a rispondere a queste domande, VLS ha creato un prodotto finale: un chiosco ambulante di 120 x 90 centimetri che comprendeva una lavatrice a basso dispendio energetico, un’asciugatrice e detersivi occidentali. Da allora, Village Laundry Service ha goduto di una crescita significativa, tanto da aprire 14 punti vendita a Bangalore, Mysore e Mumbai, servendo più di 10.000 clienti nell’ultimo anno.
Altri Casi Studio del Lean Startup
- Dropbox
In pochi sanno che il successo di Dropbox è dovuto alla grande idea del CEO e fondatore Drew Houston di utilizzare il metodo lean startup per aggiornare continuamente la versione del software utilizzando i feedback degli utenti e analizzando i dati in possesso. Il risultato? Grazie al metodo ideato di Eric Ries in soli 15 mesi Dropbox ha raggiunto 4 milioni di utenti.
- Votizen
La piattaforma fondata dallo statunitense David Binetti, la prima di lobbismo sociale e partita come social network di elettori si è evoluta grazie al metodo lean startup arrivando da portare la prima legge presentata al Senato USA mediante un social media in cui gli elettori verificati si interfacciano con i loro politici.
- Grockit
Grockit è stata fondata nel 2007 con lo scopo di facilitare l’apprendimento sociale. La piattaforma ha sfruttato il metodo lean startup e i suoi principi per immettere sul mercato in poco tempo il proprio prodotto per poi evolversi in continuazione. Ad oggi la piattaforma conta più di mille interazioni internazionali al giorno da 150 paesi differenti.